Coronavirus, atti Cts sul lockdown: no a chiusura totale
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

A inizio marzo il Cts chiese chiusure differenziate, il governo scelse il lockdown nazionale

Giuseppe Conte

Pubblicati gli atti del Cts. Gli esperti non avevano chiesto un lockdown completo, ma la divisione in zone.

ROMA – Sono stati pubblicati gli atti del Cts sul coronavirus. Nel documento del 7 marzo si legge come le autorità sanitarie avevano chiesto delle misure più rigorose per alcune zone del nostro Paese e non per tutta l’talia, come deciso dal Governo due giorni dopo, quando il premier Conte avrebbe presentato il lockdown nazionale.

E’ questa la novità maggiore emersa dai verbali del Comitato tecnico-scientifico che sono stati pubblicati dalla Fondazione Einaudi.

Non ci sono i verbali sulla mancata zona rossa di Alzano Lombardo e Nembro

L’altra anomalia è l’assenza dei verbali sulla mancata zona rossa di Alzano Lombardo e Nembro. Sula vicenda, però, c’è da dire che è aperta un’indagine da parte della Procura di Bergamo e per questo motivo potrebbero non essere stati pubblicati.

Il resto dei verbali confermano più o meno quanto deciso dal premier Conte con le autorità sanitarie che in tutti questi atti “hanno espresso la raccomandazione generale che a popolazione, per tutta la durata dell’emergenza, debba evitare, nei rapporti interpersonali, strette di mano e abbracci“.

Giuseppe Conte
16/05/2020 Roma – conferenza stampa Presidente del Consiglio dei Ministri / foto Alessandro Serrano’/Pool/Insidefoto/Image nella foto: Giuseppe Conte
Leggi anche
Coronavirus, l’India supera i due milioni di casi, Usa oltre 160 mila morti, aumenti record in Sud America

Coronavirus in Italia, numeri in risalita

A poche ore dalla pubblicazione degli atti del Cts, i contagi in Italia ritornano a salire e superano quota 400 in un giorno. Un dato che sembra essere strettamente collegato ai focolai in Lombardia, in Emilia-Romagna e in Veneto con l’attenzione che deve restare alta per evitare la ripresa dell’epidemia.

Per questo motivo nel prossimo dpcm il Governo non dovrebbe autorizzare la ripresa di discoteche e stadi, ma solo quella di fiere e navi da crociera. Una ripartenza sempre nel rispetto di protocolli molto rigidi che consentono il controllo del coronavirus. I numeri in Italia continuano ad essere traballanti e per questo il Governo preferisce mantenere la linea della prudenza.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 7 Agosto 2020 9:45

Coronavirus, l’India supera i due milioni di casi, Usa oltre 160 mila morti, aumenti record in Sud America

nl pixel